La Storia dell’Ingegneria in un quartiere: la Sanità a Napoli

Tra i molteplici aspetti della Storia della Ingegneria una vicenda singolare caratterizza la storia del costruire che ha segnato, fin dai primordi della antichità, la civiltà dell’ uomo. Essa si manifesta per millenni sia nella edificazione di monumenti esemplari, sia nel tessuto edilizio diffuso. Il costruito ha subito e subisce una continua evoluzione che caratterizza la storia della Architettura e, nell’ ambito della cultura occidentale, costituisce un patrimonio inalienabile di cultura storica e materiale, per cui la sua conservazione interpreta una componente essenziale della conoscenza storica dell’evolversi della civiltà. D’altro canto, lo sviluppo territoriale e quello delle tecnologie costruttive insidiano quotidianamente la conservazione della Architettura antica. In Italia, inoltre, a causa delle ricorrenti crisi sismiche, negli ultimi decenni si è diffusa una esasperata esigenza di sicurezza cui ben difficilmente le antiche costruzioni possono rispondere. Esigenza prioritaria è riuscire a mostrare come il territorio, pur modificandosi con continuità, conservi nella sua stratificazione talvolta millenaria le memorie del passato, spesso glorioso e talvolta doloroso. Pertanto ogni città, come ogni borgo, va indagata nella sua stratificazione, che spesso conserva sorprendenti memorie. Un esempio emblematico, a Napoli, è il quartiere Sanità, cui Ermanno Rea ha dedicato un suggestivo racconto, “Nostalgia”, romanzo esemplare di impegno sofferto e consapevole. La Sanità, il quartiere più emarginato della città di Napoli, rivive in “Nostalgia” dall’immediato dopoguerra all’attualità. È l’esempio di una violenta condanna all’esilio che un pezzo di città può subire da una trasformazione urbanistica, pur giusta nella sua modernità. Il suo cuore antico racconta la stratificazione del sito attraverso i millenni. È uno scrigno di non facile lettura, vuoi nella storia dei suoi monumenti, vuoi nelle dolorose vicende moderne che la collocano in una visione infernale del vivere. Nelle sue profondità conserva ancora inestimabili complessi archeologici, dagli ipogei greci alle imponenti tracce dell’ acquedotto di Augusto, che ancora conserva misteriosi segreti sulla storia antica di un territorio singolare, modellato da formazioni tufacee in caverne, cisterne, catacombe, antichi santuari e spettrali cimiteri. Certamente la configurazione orografica del quartiere è del tutto singolare e ne ha segnato profondamente le trasformazioni alle quali poi ha partecipato l’opera dell’ uomo, fin dal XVI secolo, con l’invasione di una edilizia spesso resa informe da continue superfetazioni. Per la sua conformazione labirintica che si articola in vicoli, piazze, erte salite e case pittoresche invase da un degrado diffuso, la Sanità è stata definita la Qasba di Napoli, ma nel contempo si mostra sempre protagonista delle vicende della città. Dalle basiliche paleocristiane ignote ai turisti al singolare cimitero delle Fontanelle, luogo di culto e di esorcismi, dall’emblematico quanto sontuoso palazzo dello Spagnuolo alle diffuse opere di Sanfelice, fino al gioiello vanvitelliano della chiesa e convento dei padri Vincenziani, la Sanità testimonia delle vicende della città. La costruzione del possente ponte Napoleone, voluto da Gioacchino Murat per accedere facilmente alla reggia di Capodimonte, isolò il quartiere, confinandolo in una enclave suggestiva e misteriosa, che rappresenta e vive in modo emblematico tutte le contraddizioni della città. Quartiere dalle grandi tradizioni artigianali per la produzione di calzature e guanti, la Sanità è stata sempre sede di una criminalità oggi profondamente radicatasi per la diffusa indigenza indotta dalla nuova economia. Predirne il futuro è opera vana! E ancora la Sanità mostra la sua singolarità in un diuturno scontro tra forze progressive e il tessuto criminale che la pervade: in essa vivono Associazioni culturali, gruppi teatrali e musicali, ma il luogo emblematico dello scontro è la grande Basilica di Santa Maria della Sanità dedicata a San Vincenzo Ferrer, stupendo monumento d’arte che si stratifica dall’epoca catacombale fino al barocco trionfante e che da decenni è baluardo di civiltà e di cultura.
Una visita approfondita della Sanità, così come una passeggiata sul lungomare “più bello del mondo” danno il senso preciso della complessità partenopea e dei suoi secolari enigmi. Domenico Rea, appassionato scrittore che ha scandagliato Napoli in una trentina di volumi, cercando di comprenderne l‘ essenza, sul finire della sua lunga vicenda culturale, confessava candidamente di non aver capito Napoli. E ciò è evidente perché Napoli, antichissima città dalla storia complessa e tormentata, distesa in un territorio di insolita stratificazione, non può essere riguardata come un unicum omogeneo, ma va analizzata proprio nelle sue specifiche diversità che la rendono affascinante e terribile. Per questo nei licei napoletani andrebbero letti e commentati ” Nostalgia ” di Ermanno Rea è la ” Paranza dei bambini ” di Roberto Saviano, libri che illuminano in maniera esemplare l’intricato e complesso mondo del quartiere Sanità: sarebbe un rilevante contributo alla comprensione della singolare vicenda storica della loro città e dello Inestricabile intreccio umano che la caratterizza.

Salvatore D’ Agostino